Continuando a farsi trascinare dalla propaganda di guerra tra poco finiremo per sentire il coro che inneggia : "chi non salta terrorista è, è". Con il cuore spezzato per le vite innocenti stroncate a Parigi non riesco comunque ad appoggiare l'attivismo guerrigliero del Presidente francese Hollande. Ciò che sta facendo è delegittimare definitivamente l'Europa, mettersi in mostra in modo scomposto, rischiare di trascinare la Francia e gli alleati in un nuovo pantano. Questa mia critica alla politica esclusivamente militare ed interventistica del governo francese, non significa che si debba darla vinta ai terroristi rinunciando ad agire. Al contrario. Ritengo piuttosto che con un po' di calma e di coordinamento, si potrebbero determinare azioni decisamente più incisive e risolutive; forse persino più impegnative e pericolose, ma comunque sicuramente aventi un'ottica a lungo respiro che non soddisfi solo il sentimento immediato di rabbia che abbiamo dento. Alla classe dirigente non possiamo chiedere di ragionare e di decidere con "la pancia" (cosa che secondo me non fa... ).
L'interventismo di Hollande non ha nulla di nuovo; non sorprende; non spaventa chi ha progettato gli attentati perché questa è infatti la normale reazione che sicuramente era stata messa in conto. La Francia già in passato ha agito per i propri interessi e non per quelli europei, intervenendo velocemente in Libia assieme agli inglesi, e se ne vedono i risultati. Ha criticato per anni l'intervento USA in Iraq e Afganistan e ha ripetuto le stesse mosse in Libia e Siria ottenendo gli stessi risultati degli USA : petrolio, vendita di armi, attentati di ritorno. La Russia ha un proprio progetto di sbarco nel Mediterraneo per portare la flotta fuori dall'imbuto dei Dardanelli e per questo sta appoggiando la Siria di Assad figlio. La Turchia vuole ritornare ad essere il centro islamico di riferimento, ricostituendo con il nazionalismo (sentire i fischi corali di tutto lo stadio durante il minuto di silenzio prima della partita Turchia-Grecia) l'impero ottomano di cui nutre tanta nostalgia, e gioca tra occidente e mondo arabo esattamente come aveva fatto in passato per centinaia di anni. Fin qui quindi nulla di nuovo da parte di nessuno degli attori. Ognuno realizza il proprio progetto e persegue il proprio fine.
La politica estera italiana in questa fase mi sembra quindi la più interessante ed innovativa visto che è chiaramente orientata "al dopo", anche se la vorrei ancora più audace nelle proposte. Da sempre considerata la nazione "banderuola" o più esplicitamente "puttana" dello scacchiere internazionale, mi sembra che in questa fase lo sia molto meno della Germania per esempio, che sembra schierarsi al fianco della Francia, ma se andiamo a guardarci bene dentro, scopriamo che sta, come sempre, puntando solo agli interessi commerciali ed industriali. Affianca infatti solo superficialmente la Francia con la fornitura "dai 4 ai 6 Tornado da ricognizione", un aereo cisterna e una nave come protezione alle spalle della portaerei francese De Gaulle. Dal punto di vista militare questo è uno zero barrato, ma nessuno lo dice apertamente. Con i satelliti spia americani, russi e francesi puntati su una piccola regione come la Siria, il compito di ricognizione sul territorio di 4 Tornado (ricordiamo che i bombardieri Tornado erano considerati mezzi superati al tempo della prima guerra del golfo nel 1990 quando l'Italia ne perse uno (abbattuto) alla prima missione) deve essere "certamente indispensabile" per guidare i caccia francesi e russi. Inoltre in virtù della "nota flotta navale dell'ISIS" è da considerarsi "fondamentale" la copertura fornita dalla nave tedesca alla portaerei francese. Ma i tedeschi sono tedeschi mentre l'Italia è notoriamente "puttana".
Ma non sembra assordante nel frattempo il basso profilo dell'amministrazione USA che per decenni ha puntato in qualsiasi modo al petrolio mediorientale? Come mai Obama è così tranquillo e defilato mentre era così determinato contro la Russia di Putin sulla questione Ucraina? Come mai la più grande nazione energivora e produttrice di armi al mondo, tiene un profilo così silenzioso e basso?
Bene quindi fa il governo italiano a parlare di politica e non di armi; a riflettere. A fornire le più ampie rassicurazioni di vicinanza alla Francia, ma a prendere tempo per provare a ragionare in modo diverso. Bene fa a proporre agli alleati europei la "conferenza del Mediterraneo", a parlare di investimenti economici in Africa e nei paesi poveri, di investimenti "culturali e sociali" qui da noi, con occhio particolare alle periferie. Per una volta proponiamo una politica a lungo termine e non solo improntata sul prossimo risultato elettorale. Dicevo poco fa che mi piacerebbe addirittura che in questa fase l'Italia si spingesse oltre, chiedendo per esempio che il consiglio europeo si attivi rapidamente e con azioni concrete e urgenti al pari di quelle adottate in occasione della crisi Ucraina, nei confronti della Turchia (alleato nella NATO che però non può continuare a tenere il piede in due staffe) affinché si esprima in modo chiaro e definitivo sulla laicità della propria linea politica e della forma di stato, dei diritti dell'uomo, della parità uomo-donna, della libertà di stampa, del riconoscimento del genocidio armeno, del riconoscimento all'esistenza di uno stato curdo. Questa sarebbe l'occasione per inserire nello stesso ambito la risoluzione europea per la richiesta ad Israele del riconoscimento del diritto di esistenza di uno stato palestinese.
Queste sarebbero dimostrazioni concrete di avere veramente a cuore la questione musulmana, la questione mediterranea e del medio oriente, la questione dell'immigrazione, in modo diverso "dai soliti" bombardamenti e relative ritorsioni. Finalmente si scoperchierebbe il problema. Analogamente il consiglio europeo dovrebbe esprimersi (su pressante richiesta italiana) relativamente alla posizione da tenersi con quei Paesi del Golfo che non rispettano i diritti dell'uomo e che non garantiscono la parità uomo-donna e la libertà di parola e di stampa (Arabia Saudita in testa). Solo la grande massa critica dell'Europa Unita consapevole delle proprie possibilità e capacità culturali, industriali e militari, potrebbe avere la forza d'urto per affrontare in modo non ambiguo ed interessato, questo annoso problema. In questo momento l'opinione pubblica europea ed islamica (quella moderata che è poi la stragrande maggioranza) sarebbe certamente favorevole anche a sopportare il contraccolpo da una posizione così chiara e netta. Bene farebbe l'Italia a spingere sul pedale dell'acceleratore alla conferenza mondiale sul clima di Parigi invitando l'Europa Unita a boicottare dal 01-01-2016 i paesi esportatori di petrolio se non si impegneranno immediatamente in modo trasparente per i diritti civili ed umani nelle loro nazioni (il ferro si batte fin che è caldo).
Quanti argomenti legati ed intrecciati tra di loro se solo si avesse il coraggio di pensare in modo diverso; se solo si avesse il coraggio di non guardare a dove ci viene indicato. Continuiamo insieme a pensare al perché del silenzio USA. Azzardo : stanno forse intravvedendo il modo di avere un'alternativa al petrolio da qui ai prossimi anni? Forse è meglio organizzarsi a vendere il loro petrolio e gas all'Europa bloccando le esportazioni russe a causa della questione Ucraina e non investire inutilmente nei paesi medio orientali "da democraticizzare"? Oggi forse non è più molto importante "esportare la democrazia" in Libia, Siria, ... ? Pensare in modo diverso è ginnastica per la mente anche se questo non significa sempre avere ragione o avere la soluzione.
diversamente normalitaliano