FINANZA

Dico basta a chi non ci vuole dire chiaramente che, assieme all’immigrazione, IL PROBLEMA dei prossimi anni sarà il tipo di finanza che si è lasciato proliferare negli ultimi decenni. Una finanza che non si arricchisce più sulla base del suo motivo fondante, ovvero sostenere il “sistema reale”, concreto (l’agricoltura, il manifatturiero, il commercio, i servizi di supporto …), ma che si arricchisce sulla base del nulla, della carta straccia, … che ha perso la propria dimensione, che pensa di essere autosufficiente e di potersi auto-sostenere. Una finanza autoreferenziale basata sulle chiacchiere, sull’effimero e che, per assurdo, assume un valore economico superiore al reale, alla sostanza, al concreto. Basta a chi non ci dice tutto questo e a chi non propone una via d’uscita alternativa progressiva, introducendo leggi sempre più stringenti che riportino “la malattia” sotto controllo. Basta a chi non ha voluto cogliere l’occasione offerta dalla crisi finanziaria del mondo anglosassone (USA e Inghilterra) del 2008 (ricordiamo che la crisi da cui cerchiamo faticosamente di uscire, ha lì le sue origini), per introdurre correttivi e riportarci alla realtà ed invece ha “drogato” ancora di più il sistema (che ormai è un malato terminale su cui c’è un accanimento terapeutico da parte dei medici e dei fornitori di farmaci). Basta a chi non dice che per uscire dalla crisi del 2008 si sono usati gli stessi metodi che hanno portato alla generazione della malattia. Non crederemo mica ancora alla favola che il “sistema si autoregolamenta” ? Chi ha pagato il conto dell’ultima crisi ? Il mercato che si autoregolamenta oppure le tasse dei contribuenti americani ed europei che si sono accollati i debiti ? Possibile che il sistema debba essere libero solo quando produce reddito e “condiviso”, quando produce perdite ? Credere che il sistema finanziario si autoregoli è come credere che i senatori votino di loro iniziativa e senza colpi di coda e rimostranze, la fine del bicameralismo perfetto. Bisogna indurli, portarli per mano, farglielo capire, “imporglielo” attraverso una pressione che viene dal basso. Nel 2008 “ci hanno spiegato” che la finanza è troppo grande, troppo potente perché il sistema possa fallire, saltare, secondo le leggi naturali del mercato, senza trascinarci tutti nella “fine di tutto”; sarebbe stato meno doloroso per tutti farci carico delle perdite, del salvataggio degli squali (e posso anche condividerne il senso e la decisione che è stata adottata). Ma da questa lezione, da questa drammatica esperienza però non sono uscite leggi che abbiano ridimensionato i poteri della finanza, che l’abbiano modificata, spezzettata, limitata, sminuzzata, … per renderla meno pericolosa e potente per il futuro. Tutto è rimasto uguale e la ricetta la stessa. Basta quindi a chi rimane in silenzio e non formula proposte, idee, leggi che riconducano questo mondo drogato, alla ragione, al suo motivo fondante, a ricchezze basate sul merito, sulle capacità, sulla realtà.

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